Espresso nello Spazio

espresso nello spazio
Cosa c’entra la NASA con il tuo caffè?
Chi ama il caffè sa bene quanto una buona miscela di caffè possa cambiare l’umore della giornata. Ma ti sei mai chiesto come facciano gli astronauti a bere caffè espresso nello spazio?
Fino a qualche anno fa, sorseggiare un espresso in orbita sembrava fantascienza. Oggi, grazie alla collaborazione tra NASA, Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e Lavazza, il sogno è realtà.

Questa è la storia dell’Espresso nello Spazio, un progetto ambizioso che unisce passione per il caffè, innovazione tecnologica e orgoglio italiano.
Il problema: Niente tazzine in orbita
Sulla Terra versiamo il caffè in una tazza, lo portiamo alla bocca e lo gustiamo. Facile, no?
Ma bere caffè a gravità zero non è semplice! In assenza di gravità, i liquidi si comportano in modo completamente diverso: non scendono, galleggiano. Immagina il disastro se aprissi una moka nella Stazione Spaziale Internazionale…
Per anni, gli astronauti hanno dovuto accontentarsi di caffè liofilizzato in sacchetti da spremere con una cannuccia. Decisamente poco appagante per chi è abituato all’espresso italiano.
Le soluzioni: la ISSpresso e la Space Cup
Nel 2015, grazie all’unione tra tecnologia e tradizione italiana di Argotec, Lavazza e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), è stata lanciata la ISSpresso, la prima macchina in grado di preparare un vero espresso nello spazio. Questa macchina, realizzata con materiali resistenti e sistemi pressurizzati, è progettata per funzionare a gravità zero. E il risultato? Un espresso con aroma, crema e intensità paragonabili a quelli terrestri.
Sempre nello stesso anno Samantha Cristoforetti utilizza la Space Cup, per sorseggiare un espresso preparato con la macchina ISSpresso a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Si tratta di una speciale tazzina dal design innovativo, progettata per permette al liquido di fluire verso la bocca senza bisogno di cannucce o sacche
Il caffè degli astronauti: come viene preparato?
Il caffè viene preparato usando cialde preconfezionate con una miscela di caffè studiata appositamente per lo spazio, in modo da garantire freschezza, aroma e sicurezza alimentare. Ecco come funziona:
- La macchina riscalda l’acqua e la spinge sotto pressione attraverso la cialda.
- Il liquido viene erogato in un contenitore speciale, simile a una sacca, da cui l’astronauta può bere tramite una cannuccia.
- Il sistema è completamente chiuso, per evitare dispersioni nell’ambiente a gravità zero.
Perché tutto questo ci interessa?
Questa sfida spaziale ha influenzato anche il nostro modo di concepire il caffè:
- Sviluppo di nuovi materiali per l’estrazione a pressione
- Miglioramento delle tecniche di conservazione delle miscele di caffè
- Nuove frontiere per la tostatura e il packaging sottovuoto
Anche per i rivenditori e imprenditori nel settore, questo dimostra come la ricerca e l’innovazione nel mondo del caffè possano generare opportunità di crescita, anche in mercati competitivi e saturi.
La storia dell’espresso nello spazio è un esempio perfetto di come una miscela di caffè italiana possa conquistare anche le stelle. Tecnologia, passione e gusto si fondono per offrire esperienze uniche, persino a 400 km dalla Terra.
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